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22 memorie inutili

secolo illuminato, tra il giuoco, i conviti, i piaceri e gli amori, fece di lei una fulgida stella adorna di tutte le belle qualitá nel giro di poche lune, senza il tedio de’ riguardi, delle etichette e dello studio. Ella apprende ora a favellare col linguaggio francese e averá un vantaggio di piú. La sua fortunata memoria la condurrá ben presto a possedere la gran facoltá di quel linguaggio. Potrá dire tutte le scipitezze, le stolidezze, tutti gli assurdi e i spropositi che la leggerezza ignorante stimola a dire; ma potrá tutto esprimere in linguaggio francese. Non saranno piú scipitezze, stolidezze, assurdi, spropositi. Se sono espressi in quell’idioma con franchezza e brio, cambiano natura e acquistano la qualitá delle acutezze, de’ sali, de’ tratti di spirito, di buon senso, e divengono frutti d’una colta educazione. Il solo suono di quel linguaggio basta ad abbellire, a dar vivacitá e sapore a tutte le sciocchezze e le stolidaggini italiane.

Per tal modo mi spassavano le mie democratiche osservazioni ch’io faceva sopra alla Ricci cambiata, ossia sviluppata nel suo vero naturale istinto.

Una sola delle mie osservazioni riflessive destava in me qualche umana commiserazione riguardo a quella povera donna, ch’era pur stata mia comare ed amica per un lungo tempo e ch’era ridotta un’ottima comica per il teatro italiano. Io le aveva pronosticato un buon incontro nel teatro italiano di Parigi, ma ella andava di giorno in giorno accrescendo i suoi contorcimenti, le sue affettazioni nel recitare, per imitare secondo la sua falsa immaginazione i francesi. — Tutte le nazioni — diceva io tra me a seconda della mia balordaggine — hanno le loro maniere particolari. I francesi attendono a Parigi un’attrice italiana. Troveranno una imbastardita, scomposta, affettata scimia della loro nazione. — Prevedeva la caduta della povera Ricci in quella metropoli e mi rincresceva. Fui indovino e mi dispiace.

Tronco le mie osservazioni riflessive inconcludenti, e passo a narrare colla pura veritá sulla penna come le crucciose vendicative imprudenze di quell’attrice fecero divenire il mio dramma innocente: Le droghe d’amore una satira particolare sugli omeri del signor Pietro Antonio Gratarol senza il menomo proposito;