Tu sei di pietra, lo so;
Ma forse intendi ed ascolti
Chi più del giusto pagò,
156Chi a te pregando si volti.
Forse è più molle e clemente
La pietra che non il core
Dell’animale che mente
160L’imagine del Signore.
Ah, lasciam ire quel forse:
So che tu fai tante grazie!...
Per poco che sian soccorse,
164Le voglie mie saran sazie.
Io non ti chiedo già nulla
Di quanto appare e dispare:
Oro, incenso.... erba trastulla!
168Che ne dovrei dunque fare?
Io non ti chiedo le glorie,
Nè le delizie del mondo:
Per le vesciche e le scorie
172Nutro un disprezzo profondo.