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Ah, così grandi o profondi,
E di sì varie maniere,
Che stupirebbero i mondi,
Se li potesser vedere!
Invece tu, che sei? Nulla.
Un embrione abortivo,
Un minuzzolo che frulla,
Un briciolo appena vivo;
Che non capisci nïente,
Che vedi lume a fatica,
E distingui malamente
Un uomo da una formica. —
Ah, non bisogna, mio caro,
Troppo scherzar con la sorte!
Ora non v’è più riparo,
E morrai di mala morte.
Morrai!... Ma, perchè tu muoja,
Bisogna ch’io t’assassini....
Oibò! non vo’ fare il boja
Neanche dei moscerini.
Via, non temere; si giuoca.
Perchè dovrian le mie dita
Scipare quella tua poca,
Quella tua povera vita?