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D’un’anima neghittosa,
Isterilita, restia,
La qual più altro non sia
Che tra le cose una cosa.
D’un’anima sorda e muta
Che gravemente ripiomba
Nel carcere, nella tomba
Della materia più bruta.
Ovvero, che schiatti, dopo
D’essere stata più gonfia,
Insazïabile e tronfia
Della ranocchia d’Esopo.
O sia come il razzo spento
Che casca, disfatto in nere
Briciole, dopo d’avere
Brillato in aria un momento.
Diceva un povero. cristo,
Che spesso nella foresta,
China sul petto la testa,
Girandolava non visto.