Pagina:Graf - Le poesie, Chiantore, 1922.djvu/936

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ALLA MIA OMBRA

 
O tu, che segui con rara
    Costanza il dubbio mio passo,
    Ombra del corpo mio lasso,
    Quanto me stesso io t’ho cara.

Il che vuol dire che molto
    In questo mondo birbone
    T’ho cara; e ciò con ragione,
    Non per un ticchio da stolto.

O non facciam forse il pajo?
    Non siamo nati ad un parto,
    All’ore nove ed un quarto
    D’un bel mattin di gennajo?

Nella città di Minerva,
    Ch’è la più degna rovina
    Che sia nel mondo, e chi opina
    Diversamente, si serva?