Pagina:Graf - Le poesie, Chiantore, 1922.djvu/956

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Così foss’io pur morto
   Quel dì che tu moristi!
   Lunge da vili e tristi,
   O pia, m’avresti scorto.

E non avrei sofferto
   Ciò che soffrir non giova,
   D’una miseria nova
   Fatto ogni volta esperto.

Come la selva è muta,
   Folta d’abeti e d’orni!
   Perchè, perchè ritorni,
   Mia povera perduta?

Di te vuoi farmi dono?
   Tu sei un’ombra, ed io,
   Moribondo restio,
   Io quasi un’ombra sono.

Forse un periglio arcano
   Nel bujo si prepara,
   E tu ritorni, o cara,
   A porgermi la mano?

Sì, la tua man.... la sento!...
   Oh, non è fredda!... Al core
   Me ne viene un tepore
   Come di foco spento.