Pagina:Grammatica Sanscrita - Giovanni Flechia.djvu/12

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PARTE PRIMA




FONOLOGIA.




SCRITTURA.

lettere.

§ 1. a) Varie sono le sorta di scrittura che s’usano per la lingua sanscrita; ma la più comune, e insieme la più antica che si conosca, è la così detta nāgara o nāgari o devanāgarī1, la quale, già sostanzialmente esistente nelle iscrizioni buddistiche del iv secolo av. Cr. e a mano a mano modificata, si fermò dipoi nella presente sua forma circa l’viii secolo dell’era volgare.

b) Le lettere dell’alfabeto sanscrito sono quarantasei, cioè tredici vocali e tre trentatrè consonanti. Le vocali si dividono in semplici e in dittonghi; e per ogni semplice v’ha due segni, uno per la breve, l’altro per la lunga. Le consonanti sono divise in sette ordini di cui i primi cinque piglian nome ciascuno dall’organo vocale che ne contrassegna la pronunzia. Ognuno di questi cinque contiene due lettere sorde e due sonore2, la prima delle due semplice, l’altra aspirata; e ha per quinta la rispettiva nasale. Il sesto ordine comprende le quattro semivocali; e il settimo tre sibilanti e l’aspirazione. Le consonanti si pronunziano appoggiate alla vocale a, onde ca, ga, ecc.


  1. Nāgara, e nāgarī valgono «cittadinesco, cittadinesca» (da nāgara, città), devanāgarī, «della città degli dei».
  2. Le voci sorda e sonora, usate dal Wilkins e dal Bopp, corrispondono, la prima a tenue, forte, dura, la seconda a media, debole, molle d’altri grammatici.