Pagina:Grammatica Sanscrita - Giovanni Flechia.djvu/238

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de' tempi generali. 229 rare, ?q, uccidere, fognano, conforme al §. 249* V, I r della sillaba radicale, onde se n’hanno insieme col raddoppiamento i temi contralti q»q , qra, qui (= q* -4- ? da qy -+- q, v. §§. 33, a, c; 48, ìli, b), qq (=.qq -+- y da qq -t- y, v. §. 4 fi b), qq (v. §§. 253, eccez. ed oss.; 298, fi a), e cosi p. e. al Plur. Parasm. »q fa qfaro, roq b) Le radici, di cui al §. 297, 1, a e b, contraggono « in y e q in q anche nella sillaba radicale, onde p. e. yvy (da qq) e qq? (da q?), passando rispettivamente in yyq^, qqq , diventano far e q?^ e fanno quindi, verbigrazia, al Plur. Parasm. faro, qfqq (pers. 1), far, qq (pei’S. 2), fq», qqq (pers. 3). Questo doppio attenuamento hanno pure le radici qr?, ro?, »? (cf. §• 297, 2), onde i temi fata?, fa#; ?¥? (v- §• 48, HI, a), e così p. e. tataro, tata??, qqqq (3 p. Plur. Parasm.). c) qq, prendere, si attenua in y? (v. §. 249, I), onde il tema qyq, e così p. c. al Plur. Parasm. qyfaq (pers. 1), qy? (pers. 2), qyqy (p. 3). II. Le radici composte d’un r fra due semplici consonanti (tranne q? e qq che cadono sotto I), di cui la prima non sia ?, nè una di quelle che vengono surrogate da altra lettera nella sillaba raddoppiata (cioè nè aspirata, nè gutturale, v. §. 253, III, IV), non hanno raddoppiamento, ma in quella vece cambiano il detto r in 7, onde p. e. qq, cuocere, diventa ùy, qy, perire, %y, e così v. g. alla 1 p. Plur. Parasm. fanno rispettivamente qfqq e rifalH ovvero, senza l'y copulativa (v. §. 3oo, 1, b), qyq. La mutazione d’un tale r in 7 in cambio del raddoppiamento ha pur luogo per le dette radici nella 2 pers. sing. del Parasmaipado quando fra il tema e la desinenza q si pone l’y copulativa (v. §. 3oo), onde p. e. qq può fare in questa persona qqqq (= qqq -4- q, V. §. 36) ovvero qfqq ( = Ù? -+- y -4- q )• §. 304. Dinanzi all’y copulativa e, fuor del Singolare 230 CONIUGAZIONE