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Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/237

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aie Eioneè confronto di oggetti o di dativi, o qaando v*entra ana preposizione, per le persone ci sono lui^ leì^ e hro^ i quali non potendosi applicare alle cose, si supplisce con esso^ essa^ essif ed esse* Così rispetto ali* agente, benché egli ed ella si truovino spesso usati per le cose, il vero pronome per le co^ se, è esso^ essuf ecc. Più supposizioni si potrebbero fare di questo vocabo- lo esso quando, benché pronome, si appone ad un nome o ad un altro pronome , come negli ultimi due esempj ; ma poiché non é pia in uso se non nelle opere letterarie , dirò solo che il mettere il nome dopo esso può derivare dall* in- tenzione di voler determinare il pronome stesso nel caso che potesse rimanere in dubbio « quasi si dicesse con esso cioè Ghino; come vedemmo, a carte aoo^ costui determinato per r espressione chUo w cercando^ quantunque il pronome co- stui sia determinato per se medesimo; il qoal uso poi avrà avuto luogo per analogia anche davanti ad un altro pronome. Io immagino dunque che in origine si dicesse con esso ; e poi , per esser questo pronome troppo vago e indetermioa- to, vi s* aggiungesse ha; indi sì mettesse anche un femmini- no dopo la espression con esso; e finalmente si usasse anche per lo plurale, ritenendo sempre la primiera formula inde- terminata, invariabile; e riserbandosi a definirla col nome o col pronome; donde con esso lui^ con esso leiy con esso lo- ro. Questa voce si anisce anche con la preposizione lungo; e si dice passando lunghesso la camera^ lunghesso il fiume^ DBL PROROMB C/Ò«  » !• Ciò mi tormenta più che questo letto. H. a. ji ciò non fillio sol. D. 3» Lo sermone f che è inteso a manifestivi lo concetto umano^ è sfirtuoso quando quBtw fa; e qusuo è pia virtuoso che più lo fa* D.