Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/77

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mese. Dopo la preposizione per, nel singolare, si usa lo in preferenza di il; ma con libero arbitrio.

Più spesso scriverei per lo o per il, che pel. Le forme frallo, fralla, pella, sullo, sulla, in vece di fra lo , fra laf per la^ su lo^ e su la^ sono cattive e per ciò da fuggirsi. La ragione è che fra e su portan l’appoggio della voce, il che non possono a, di, da, ne. Pei e pe’ si usa in cambio di per i.

Notisi che le preposizioni di e in si mutano inde e ne quando aon giante air articolo* Dei^ plurale di DiOf vuol r articolo g/i 9 per non fare i due suoni simìM ilei Dei^ ai Dei etc« Talvolta si elide Vi dalle forme dei^ ai^ dai^ neif coi. In tal caso egli è assolutamente necessario sostituirvi Tapostrofo, omettendo il quale da a e da^ si fa- rebbe uno errore non solo di ortografia , ma di sintassi ; scriverassi dunque de a da ne co Anche dopo la congiunzione e si può togliere l’articolo /| mettendo un apostrofo: Prenderemo i terreni, le mogli, e’ danari de’ Germani. Dav. E appresso, fatti richiedere il lanaiuolo e’ prestatori. B.

QUANDO S’ABBIA A PORRE L’ARTICOLO AL NOME,

E QUANDO NO.


La difficoltà del porre o lasciare l’articolo non si vede in tutta la estensione, se non quando si mettano in comparazione due lingue; onde il parlar di teorica dell’articolo, potrebbe, al primo, parer superfluo ad alcuno; perciò che, per pratica, di rado si può errare nell'uso dell’articolo; non dico già dello adoperar l’uno più tosto che l’altro,