Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/82

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dal genere alla specie; e perciò porta l’articolo. Quando si dice non perder tempo, non si ha di mira altro che il quanto, ma non il confronto con le altre cose.

1. Non i grandi palazzi, non l’ampie possessioni, non la porpora, non l’oro, fanno l’uomo onorare, ma l’animo di virtù splendido. B. 2. vecchiezza, nè infermità, nè paura di morte, dalla sua malvagità l’hanno potuto rimuovere. B.

Questi esempj ben mostrano quanto sia filosofica la teorica dell’articolo, e provano evidentemente essere l’idea di confronto una delle ragioni del porlo. Li nomi del primo esempio portan tutti l’articolo, perchè sono posti in confronto l’un con l’altro, e tutti con l’animo; nel secondo non si fa se non accennare la qualità delle cose, senza verun confronto tra esse; e di tutte insieme si forma una sola idea adoperante sopra il verbo hanno. Per ciò si vede che, nel primo caso, perchè l’Autore determina le cose a una a una, le ha divise tutte con la negazione; mentre che, nel secondo, le ha giunte tutte insieme per la congiunzione ; come se avesse detto e vecchiezza, e infermità, e paura di morte, non hanno etc.

1. Non passione, ma virtù è stata la movente cagione. D. 2. Le Muse son donne. B.

Abbiamo detto che qualche volta il nome è adoperato per aggettivo. Nel primo di questi esempj non intende l’Autore a mettere in confronto i nomi virtù e passione nella loro specie; ma solo gli adopera in genere, quali aggettivi a qualificar la movente cagione, come egli fece coi nomi uomini e pecore nell’esempio già allegato. L’idea quì è, la morente cagione non è stata atto di pas-