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Pagina:Grammatica italiana, Fornaciari.djvu/145

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alterazione dei nomi 111
líbro libróne
dòte dotóna
fòglia foglióna
memòria memorióna.


Il suffisso maschile óne si attacca di regola anche ai nomi femminili, quando non siano astratti:

dònna donnóne
spáda spadóne
pòrta portóne
cóltre coltróne.

Ciò però non vale nei casi che porterebbero equivoci, come nei nomi d’età, parentela e professione, dove è sempre necessario serbare la distinzione del genere. P. es.:

vècchio vecchióne vecchióna
gióvane giovanóne giovanóna
fanciúllo fanciullóne fanciullóna
spòso sposóne sposóna
dottóre dottoróne dottoróna.

Ma negli animali la distinzione non si suole conservare, dicendosi cavallóne, volpóne, moscóne, formicóne, tanto del maschio che della femmina.

Se il nome da accrescersi termina in óne, si inframmette ci. P. es.:

padróne padroncióne
bastóne bastoncióne.


§ 4. Gli aggettivi assumono questo suffisso, ma conservano, com’è naturale, la distinzione fra il mascolino e il femminino, terminando questo in óna. P. es.: