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Pagina:Grammatica italiana, Fornaciari.djvu/181

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il verbo. modi, tempi e persone 147
Imperfetto Imperfetto: ío lodáva; ío partíva.
Trapassato prossimo: ío avéva lodáto, ío èra partíto.
Perfetto Passato remoto: ío lodái; ío partíi.
Trapassato remoto: ío èbbi lodáto, ío fúi partíto.
Futuro Futuro: ío loderò; ío partirò.
Futuro anteriore: ío avrò lodáto, ío sarò partíto.


§ 9. Come si vede dal prospetto che abbiamo qui riportato, i tempi che esprimono azione in atto sono semplici, cioè hanno una voce sola; lòdo, lodáva, ecc.; i tempi che esprimono azione in effetto sono composti: hò lodáto; avéva lodáto, ecc. che è quanto dire, antepongono al participio passato del proprio verbo una voce tolta dai verbi avére od èssere i quali si chiamano ausiliarii, perehè aiutano la conjugazione degli altri verbi.

L’ausiliare avére forma da sè i proprii tempi composti; p. es. hò avúto. L’ausiliare èssere si vale del participio di stáre usato nel senso di èssere; p. es. sòno státo, èrano státi (vedi appresso, cap. xxiv, § 3 in fine).


§ 10. I verbi transitivi, per indicare azione in effetto, usano i tempi semplici dell’ausiliare avére, considerando l’azione fatta come un possesso. P. es. hò amáto, èbbi amáto, dove il participio per regola resta invariabile quando precede al suo proprio oggetto, e si accorda in genere e numero con esso, quando lo segue.

I verbi intransitivi usano i tempi semplici dell’ausiliare èssere. P. es. sóno náto, èra vissúta, èrano