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Pagina:Grammatica italiana, Fornaciari.djvu/369

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CAPITOLO V

Le strofe principali.


§ 1. Il distico. La strofa più semplice che chiameremo distico (e con voce italiana potrebbesi appellare duetto) consiste in due versi a rima accoppiata.

Un industre acheo pittore[1]
A ragion dipinse Amore
Non già inerme fanciulletto,
Pauroso semplicetto;
Ma coll’ale e coll’incarco
Di turcasso, strali ed arco;
Armi acute rilucenti,
Armi tutte onnipossenti,
E ministre di trofei
Sopra gli uomini e gli Dei.
                                        (Monti)

Nelle commedie si usano di frequente i doppii settenarii (martelliani) a rima accoppiata (vedi qui sopra, cap. ii, § 11).


§ 2. La terza rima è una serie di strofe uguali, di tre versi endecasillabi per ciascuna, disposte a rima

  1. Di qui innanzi, ove non siano necessarii, omettiamo di segnare gli accenti, regolandoci anche negli esempli coll’uso comune, seguito nella parte precettiva.