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40 | parte prima — cap. vi |
§ 5. r si aggiunse talora dopo una muta. Quindi le doppie forme tonáre, rin-tronáre; celèste, cilèstro; valènte, valèntre antiq.; bulicáre, brulicáre; e molti guastamenti plebei, come èrpetre per èrpete; mántrice per mántice:
§ 6. l può precedere tutte le consonanti, eccettuate h, j, r; e può seguire tutte le consonanti, eccetto le dentali d, t le nasali m, n, la z, la q, la v. Quanto ad lr, vedi qui sopra il § 4. Nl si assimila; p. es. da in-lécito, illécito; da con lo, cóllo. Fra m ed l si trova per buon suono, una b. P. es. assem-b-lèa; sembiánte per sem-b-lante (vedi qui sotto il § 7). Atlánte e atlèta e qualche altra voce conservano la forma greca.
Popolarmente rl si assimilò in ll: p. es. da vedérlo, vedéllo; da guardárlo, guardállo. Si usa comunemente la prep. artic. pel accorciamento di péllo da per lo.
§ 7. I gruppi pl, bl, cl, gl (con g gutturale), fl in principio di parola spesso si ammollirono in pi, bi, chi, ghi, fi passando per plj, blj, ecc. Quindi le doppie forme in senso diverso; plébe, piève; oblíquo, bièco con aferesi; cláustro, chiòstro; glánde, ghiánda; fláto, fiáto. In mezzo di parola talora si tenne lo stesso procedimento, talora invece davanti ad l ammollita sparve la gutturale, restando il nesso grafico gl. Quindi le doppie forme spècchio, spèglio (da spèclo), vècchio, vèglio (da vèclo); orécchia, oréglia (da orécla); veglia, vegghia, ecc. delle quali forme la seconda è plebea e poetica.
Fra g-l si inserì talvolta una vocale, come nel modo popolare Inghilése per Inglése.