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1930: (miscellanea) 403 deviazione nell’arte che l’asservì al passatempo e al divertimento; deviazione che ha avuto luogo anche nell’arte cristiana». Nota il Faggi che in Guerra e Pace i due personaggi che hanno la maggiore importanza religiosa sono Platone Karatajev e Pietro Biezuchov: il primo è uomo del popolo, e il suo pensiero ingenuo ed istintivo ha molta efficacia sulla concezione della vita di Pietro Biezuchov. Nel Tolstoi è caratteristico appunto che la sapienza ingenua e istintiva del popolo, enunciata anche con una parola casuale, faccia la luce e determini una crisi nella coscienza dell’uomo colto. Questo anzi è caratteristico della religione di Tolstoi che intende l’evangelo «democraticamente», cioè secondo il suo spirito originario e originale. Il Manzoni invece ha subito la Controriforma, il suo cristianesimo è gesuitismo. E il Faggi nota che «nei Promessi Sposi sono gli spiriti superiori come il padre Cristoforo e il Card. Borromeo che agiscono sugli inferiori e sanno semlpre trovare per loro la parola che illumina e guida». Biso- 72 gnerebbe ancora notare che nei Promessi Sposi non c’è personaggio di condizione inferiore che non sia «preso in giro»: da don Abbondio, a fra Galdino, al sarto, a Gervasio, ad Agnese, a Renzo, a Lucia: per lo meno essi sono rappresentati come esseri meschini, senza vita interiore. Vita interiore hanno solo i signori: fra Cristoforo, il Borromeo, l’Innominato. Perpetua, secondo Don Abbondio, aveva detto presso a poco ciò che dice il card. Borromeo, ma è notevole come questo spunto sia oggetto di comico. In realtà anche nel Manzoni si potrebbero trovare notevoli tracce di Brescianismo (cosi il fatto che il parere di Renzo sul valore del voto di verginità di Lucia coincide col parere di padre Cristoforo, o l’importanza che ha la frase di Lucia nel turbare l’Innominato e nel determinarne la crisi morale, sono di carattere ben diverso da quello che ha in Tolstoi l’apporto del popolo come sorgente di vita morale e religiosa). Cfr Quaderno 2) (vi), pp. 65-67. $ (149). Letteratura popolare. Verne e letteratura di avventure meravigliose. Nelle avventure di Verne non c’è niente di completamente impossibile: le «possibilità» di cui dispongono gli eroi di Verne sono superiori a quelle realmente esistenti nel tempo, ma non troppo superiori e specialmente non «fuori» della linea di sviluppo delle conquiste scientifiche del tempo. La immaginazione non è del tutto «arbitraria». Diverso è il caso del Wells e del Poe, in cui appunto domina in gran parte l’«arbitrario», anche se il punto di partenza può essere logico e innestato a una realtà scientifica concreta *. Questo carattere limita la fortuna e la popolarità di Verne (a parte il valore artistico scarso): la scienza ha superato Verne e i suoi libri non sono più «eccitanti» psicologici. Lo stesso si può dire delle awenltu- 72 bis , re poliziesche, per es. di Conan Doyle: per «il tempo erano eccitan- ' ti», oggi sempre meno, per varie ragioni: perché il mondo delle lotte ' poliziesche è più noto, mentre Conan Doyle in gran parte lo rivelava ecc. e anche perché la tecnica è più avanzata. Interessa ancora l’ap- 4°4 QUADERNO