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46 | quaderno i (xvi) |
avversato dagli stessi capitalisti che avrebbero più volentieri visto impiegate in Italia le somme ingenti spese in Africa. Ma nel Mezzogiorno Crispi fu popolare per il miraggio della terra. Crispi ha dato una forte impronta agli intellettuali siciliani, specialmente, ha creato quel fanatismo «unitario» che ha determinato una permanente atmosfera di sospetto contro tutto ciò che può arieggiare a separatismo. Ciò naturalmente non ha impedito che nel 1920 i latifondisti siciliani si riunissero a Palermo e pronunziassero un vero ultimatum contro il governo minacciando la separazione*, come non impedisce che parecchi di questi latifondisti continuino a mantenere la cittadinanza spagnola e facciano intervenire il governo spagnolo (caso del duca di Bivona) per tutelare i loro interessi compromessi dall’agitazione dei contadini*. L’atteggiamento delle classi meridionali dal 19 al 26 serve a mettere in luce alcune debolezze della politica «ossessionatamente» unitaria di Crispi e a mettere in rilievo alcune correzioni (poche in realtà, perché da questo punto di vista Giolitti si mantenne nel solco di Crispi) apportatevi da Giolitti.
L’episodio dei latifondisti siciliani del 1920 non ❘35 è isolato e di esso potrebbe darsi altra interpretazione, per i precedenti delle alte classi lombarde che in qualche occasione minacciarono di «far da sé» (trovare i riscontri e i documenti) se non trovasse una interpretazione autentica nelle campagne, fatte dal «Mattino» dal 19 al 26 (fino alla espulsione dei fratelli Scarfoglio*), che sarebbe semplicistico ritenere completamente campate in aria, cioè non legate in qualche modo a correnti di opinione pubblica e a stati d’animo rimasti sotterranei, latenti, potenziali per l’atmosfera d’intimidazione formata dall'«unitarismo ossessionato». Il «Mattino» a due riprese sostenne questa tesi: «che il Mezzogiorno è engrato a far parte dello Stato unitario su una base contrattuale, lo Statuto Albertino, che (implicitamente) continua a conservare la sua personalità e che ha il diritto di uscire dall'unità se la base contrattuale viene, in qualsiasi modo, meno, , se cioè la costituzione è mutata. Questa tesi fu sostenuta nel 19-20 contro un mutamento costituzionale di sinistra, nel 24-25-26 contro un mutamento costituzionale di destra. Bisogna tener presente il carattere del «Mattino» che fu organo crispino con Edoardo Scarfoglio (amicizia di Scarfoglio con Carducci), africanista ecc. e che mantenne sempre un atteggiamento espansionista e colonialista, dando il tono all’ideologia meridionale creata dalla fame di terra e dall’emigrazione verso la colonizzazione imperialista. Del «Mattino» occorre ricordare anche la violentissima campagna contro il Nord a proposito della manomissione da parte dei tessili lombardi delle industrie cotoniere meridionali e dei tentativi di trasportarne le macchine in Lombardia sotto veste di ferro vecchio. In questa campagna (del 1923) il «Mattino» giunse fino a fare una esaltazione dei Borboni e della loro politica economica*. Ricordare inoltre la commemorazione fatta dal «Mattino» di Maria Sofia nel 1925 che destò ❘35 bis molto scandalo*.
È certo che in questo atteggiamento del «Mattino» occorre apportare alcune correzioni metodiche: il carattere «avventuroso» dei fra-