Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/108

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i930-i932: ( miscellanea) 783 Croce protesta contro il famoso discorso del Gentile tenuto a Palermo nel 1924a: «Ma, se in un certo luogo del pianeta che si chiama Terra, i cittadini di uno Stato che prima avevano l’uso di dibattere i loro affari mercè quei "modi di forza” che sono la critica e l’oratoria e l’associazione e la votazione e altri siffatti, hanno adottato l’altro uso di ricorrere al bastone o al pugnale, e c’è tra essi di coloro che rimpiangono il vecchio costume e si adoperano a far cessare il nuovo che qualificano come selvaggio, quale mai parte adempie il filosofo che, intervenendo nella contesa, sentenzia che ogni forza, e perciò anche quella del bastone e del pugnale, è forza spirituale?»3 ecc. ecc. (la continuazione è interessante e deve essere citata, se del caso); ma egli stesso a p. 270 aveva scritto: «Fare poesia è un conto e fare a pugni è un altro, mi sembra; e chi non riesce nel primo mestiere, non è detto che non possa riuscire benissimo nel secondo, e nemmeno che la eventuale pioggia di pugni non sia, in certi casi, utilmente ed opportunamente somministrata». Cosi scrisse il Croce nel 1924: è probabile che il Gentile nel 24“ abbia proprio voluto filosofare queIP« utilmente ed opportunamente» e ai pugni abbia aggiunto il bastone e magari il pugnale4. Né il Croce arriverà solo fino ai «pugni» e non oltre (d’altronde anche coi pugni si ammazza, e c’è anzi una misura di pubblica sicurezza contro i «pugni proibiti»). Il Gentile ha posto in linguaggio «attualisti- co» la proposizione crociana basata sulla distinzione di logica e di pratica; per il Croce ciò è grossolano, ma intanto cosi avviene sempre ed è una bella pretesa quella di volere essere intesi alla perfezione e di giustificarsi per non essere stato compreso. Si può confrontare in altri capitoli ciò che il Croce ha scritto sull’intolleranza, suH’inquisizione, ecc.5 e vedere i suoi diversi stati d’animo: dai punti esclamativi, che egli diceva essere anch’essi mezzi da Santa Inquisizione per premere sull’altrui volontà6, è dovuto ritornare al bastone e al pugnale che si è visto riapparire dinanzi come mezzi di persuasione della verità. • Nel ms: «nel 1925».