Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/153

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828 QUADERNO 6 (Vili) né la fede né gli interessi delle anime fra le sue prime sollecitudini; molto meno poteva o può rappresentare, con quei suoi metodi di critica, una porzione qualsiasi dei veri e schietti cattolici. Del bollore di quello zelo critico e della sincerità di quelle invettive non avevano dunque le persone saggie da occuparsi; molto meno da edificarsi. E il | Papini ha fatto molto bene a non curarsi di loro; ed anche i suoi amici a non darvi peso»l. La recensione dev’essere del padre Rosa come appare dalla grammatica alquanto sbilenca e da preziosità come quella di un’« Agenzia» che è notoria ma è anche clandestina. Il Papini, così difeso dai gesuiti e attaccato dagli integrali, non essendo modernista, deve essere senza dubbio di errore catalogato fra i gesuiti. § ( 183 ). Azione Cattolica. Per la preistoria dell’Azione Cattolica cfr nella «Civiltà Cattolica» del 2 agosto 1930 l'articolo: Cesare D’Azeglio e gli albori della stampa cattolica in Italia. Per « stampa cattolica » si intende « stampa dei cattolici militanti» fra il laicato, all’infuori della «stampa» cattolica in senso stretto ossia espressione dell’organizzazio- ne ecclesiastica. Nel «Corriere d’Italia» dell’8 luglio 1926 è apparsa una lettera di Filippo Crispolti che dev’essere molto interessante, nel senso che il Crispolti «faceva osservare che chi volesse ricercare i primi impulsi di quel movimento donde usci anche in Italia la schiera dei "cattolici militanti”, cioè l'innovazione che nel campo nostro ne produsse ogni altra, dovrebbe prendere le mosse da quelle singolari società piemontesi, dette "Amicizie”, che furono fondate o animate dall’abate Pio Brunone Lanteri». Il Crispolti cioè riconosce che l’Azione Cattolica è una innovazione e non già, come sempre dicono le encicliche papali, una attività sempre esistita dagli Apostoli in poi. Essa è una attività strettamente legata, come reazione, airilluminismo francese, al liberalismo, ecc. e all’attività degli Stati moderni per la separazione dalla Chiesa, cioè alla riforma intellettuale e morale laicistica ben più radicale (per le classi dirigenti) della Riforma