Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/247

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O 7 (vil) § ( 93). Nomenclatura politica. Privilegi e prerogative. Fissare i significati storici dei due termini. Mi pare che se in uno Stato moderno sarebbe assurdo parlare di privilegi a determinati gruppi sociali, non altrettanto assurdo è invece parlare di prerogative. D’altronde di prerogative non si può parlare che con riferimento ai corpi costituiti e con riferimento alle funzioni politiche, non come benefici nella vita economica: la prerogativa non può non essere «strettamente» legata alla funzione sociale e airesplicazione di determinati doveri. Perciò è da vedere se i «privilegi » non sono che «prerogative» degenerate, cioè involucri senza contenuto sociale e funzionale, benefici mantenuti parassitariamente anche quando la funzione da cui erano giustificati era morta 0 si era spostata a un nuovo gruppo sociale che quindi aveva il gravame funzionale senza aver tutti i mezzi giuridico-poli- tici per esplicarlo regolarmente. È da mettere in rilievo che 1 concetti di privilegio e di prerogativa erano concetti giuridici originariamente, anzi sono stati il contenuto di tutta una epoca della storia degli Stati: essi sono diventati con- 47 cetti morali reprobativi solo quando appunto | non hanno corrisposto più a servizi sociali e statali necessari. « Prerogative della Corona » è la frase più comune in cui ricorre oggi il termine di «prerogativa». Se la teoria costituzionale che la funzione della Corona di impersonare la sovranità sia nel senso statale che in quello della direzione politico-culturale (cioè di essere arbitra nelle lotte interne dei ceti dominanti, la classe egemone e i suoi alleati) sta passando ai grandi partiti di tipo «totalitario» è esatta, è evidente che a tali partiti passano le prerogative corrispondenti. Perciò è da studiare la funzione del Gran Consiglio, che tende a diventare un «Consiglio di Stato» nel vecchio senso (cioè con le vecchie attribuzioni), ma con funzioni ben più radicali e decisive. § ( 94 ). Laburismo inglese. Uarcivescovo di Canterbury, primate della Chiesa anglicana e il laburismo. Durante le elezioni inglesi del 1931 il candidato laburista W. T. Col- /