Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/308

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i93I‘I932: (miscellanea) 983 no gli industriali liberisti da quelli protezionisti ecc., invitando a scegliere tra queste due categorie. Ma si potevano esse dividere, oppure i loro interessi non erano già stretta- mente connessi attraverso le banche e tendevano sempre più a connettersi attraverso i gruppi finanziari e i cartelli industriali? Occorreva quindi, se si voleva creare una forza politica «liberista» efficiente, non proporsi fini irraggiungibili, quali questo di dividere il campo industriale e dare a una parte di esso l'egemonia sulle masse popolari (special- mente sui contadini), ma tendere a creare un blocco fra le classi popolari, con l'egemonia di quella più avanzata storicamente. (Libro di Rerum Scriptor, su Tendenze vecchie e bisogni nuovi del movimento operaio italiano1 potrebbe essere recensito in tal senso). Infatti Rerum Scriptor e soci ottennero lo scopo meschino di deviare il rancore contadino contro gruppi sociali «innocenti» relativamente ecc. § (73). Nozioni enciclopediche. Dottrinari ecc. Il carattere «dottrinario» [strettamente inteso] di un gruppo può essere stabilito dalla sua attività reale (politica e organizzativa) e non dal contenuto «astratto» della dottrina stessa. Un gruppo | di «intellettuali» per il fatto stesso che si costituisce in una certa misura quantitativa, mostra di rappresentare « problemi sociali», le condizioni per la cui soluzione esistono già o sono in via di apparizione. Si chiama « dottrinario » perché rappresenta non solo interessi immediati ma anche quelli futuri (prevedibili) di un certo gruppo: è «dottrinario» in senso deteriore quando si mantiene in una posizione puramente astratta e accademica, e alla stregua delle «condizioni già esistenti o in via di apparizione» non si sforza di organizzare, educare e dirigere una forza politica corrispondente. In questo senso i «giacobini» non sono stati per nulla «dottrinari». § (74). Lorianismo. E. Ferri. Il modo di giudicare la musica e il Verdi di Enrico Ferri è raccontato originariamente dal Croce nelle Conversazioni Critiche (Serie II,