Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/31

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6 (vm) ecc. Meschinità da una parte e dall'altra. La postilla delTAngioletti è ancora più meschina della lettera del Bontempelli. § (28). Letteratura popolare. NelP«Italia letteraria» del 9 novembre 1930 è riportato qualche brano di un articolo di Filippo Bur- zio (nella « Stampa » del 22 ottobre) sui Tre Moschettieri di Dumas \ Il Burzio li considera una felicissima personificazione, come il Don Chisciotte o rOrlando Furioso, del mito dell’avventura, « cioè di qualcosa di essenziale alla natura umana, che sembra gravemente e progressivamente straniarsi dalla vita moderna. Quanto più l’esistenza sì fa razionale e organizzata, la disciplina sociale ferrea, il compito assegnato airindividuo preciso e prevedibile, tanto più il margine dell’av- 12 bi^ ventura si riduce, come la liberaJ selva di tutti fra i muretti soffocanti della proprietà privata... Il taylorismo è una bella cosa e l’uomo è un animale adattabile, però forse cì sono dei limiti alla sua meccanizzazione. Se a me chiedessero le ragioni profonde dell’inquietudine occidentale, risponderei senza esitare: la decadenza della fede e la mortificazione dell’avventura». «Vincerà il taylorismo o vinceranno i Moschettieri? Questo è un altro discorso e la risposta, che trent’anni fa sembrava certa, sarà meglio tenerla in sospeso. Se l’attuale civiltà non precipita, assisteremo forse a interessanti miscugli dei due ». La quistione è questa: che c’è sempre stata una parte di umanità la cui vita è stata sempre taylorizzata, e che questa umanità ha cercato di evadere dai limiti angusti dell’organizzazione esistente che la schiacciava, con la fantasia e col sogno. La più grande avventura, la più grande « utopia », che l’umanità ha creato collettivamente, la religione, non è un modo di evadere dal mondo terreno? E non è in questo senso che Marx parla di «oppio del popolo»? Adesso la quistione si « aggrava » per il fatto che la razionalizzazione della vita minaccia di colpire le classi medie e intellettuali in una misura inaudita: quindi preoccupazioni e scongiuri ed esorcismi. Ma il fenomeno è vecchio almeno come le religioni. Letteratura popolare come «oppio del popolo»: lo spunto è stato già annotato in altro quaderno a proposito del Conte di Montecristo2. Cfr Quaderno 21 (xvn), pp. 34-36. §(29 ). I nipotini di padre Bresciani. È da notare come in Italia il concetto di cultura sia prettamente libresco: i giornali letterari si occupano di libri o di chi scrive libri. Articoli di impressioni sulla vita collettiva, sui modi di pensare, sui «segni del tempo», sulle modificazioni che avvengono nei costumi, ecc., non se ne leggono mai. Differenza tra la letteratura italiana e le altre letterature. In Italia manca- «