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1130 QUADERNO 9 (xiv) nazionale-popolare» nel campo religioso. In Italia non esisteva «chiesa nazionale», ma cosmopolitismo religioso, perché gli intellettuali italiani ( erano ) collegati a tutta la cristianità immediatamente come dirigenti anazionali. Distacco tra scienza e vita, tra religione e vita popolare, tra filosofia e religione; i drammi individuali di Giordano Bruno ecc. sono del pensiero europeo e non italiano. § § ( 56 ). Passato e presente. Il culto provinciale dell’intelligenza e la sua retorica. Cfr la lettera-prefazione di Emilio Bodrero alla rivista «Accademie e Biblioteche d'Italia», vol. I, p. 5, dove si dice press’a poco che l’Italia «non ha nulla da esportare se non intelligenza» \ (Cfr «il rutto del pievano» di Maccari)2. Nei libri di Oriani questo elemento è frenetico. Ricordare l’aneddoto di Oriani che domandato se aveva da daziare risponde: «se l’intelligenza paga dazio, qui ce n’è a quintali»3. Sarà da notare che tale atteggiamento è degli intellettuali 1 ìediocri e falliti. § ( 57 ). La cultura come espressione della società. Una affermazione del Baldensperger, che i gruppi umani «creano le glorie secondo le necessità e non secondo i meriti» \ è giusta e va meditata. Essa può estendersi anche oltre il campo letterario. § (58). La «nuova» scienza. Borgese e Michel Ardan. Nel romanzo di Verne Dalla terra \ alla Luna Michel Ardan nel suo discorso, dice liricamente che «lo spazio non esiste» perché gli astri sono talmente vicini gli uni agli altri che si può pensare l’universo come un tutto solido, le cui reciproche distanze possono paragonarsi alle distanze esistenti fra le molecole del‘metallo più compatto come l’oro o il platino. Il Borgese, sulle traccie di Eddington ha capovolto il ragionamento del Verne e sostiene che la « materia solida » non esiste perché il vuoto nell’atomo è tale che un corpo umano, ridotto alle parti solide, diverrebbe un corpuscolo visibile solo al microscopiol. È la fantasia di Verne applicata alla « Scienza » degli scienziati e non più a quella dei ragazzi. (Il Verne immagina, nel momento in cui l’Ardan espone le sue tesi, che Maston, una delle figurette con cui rende arguti i suoi libri, nel gridare con entusiasmo: «Si, le distanze non esi-