Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/461

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1136 QUADERNO 9 (xiv) mento scelto (senza bisogno di lunghi apprestamenti che fanno passare Pistante più favorevole) ecc. Un aspetto di tal modo di considerare le cose si ha nelPaforisma che la miglior tattica difensiva è quella offensiva. Noi siamo sempre sulla difensiva contro il «caso», cioè il concorrere imprevedibile di forze contrastanti che non possono sempre essere identificate tutte (e una sola trascurata impedisce di prevedere la combinazione effettiva delle forze che dà sempre originalità agli avvenimenti) e possiamo «offenderlo» nel senso che interveniamo attivamente nella sua produzione, che, dal nostro punto di vista, lo rendiamo meno «caso» o «natura» e più effetto della nostra attività e volontà. §(66). Letteratura popolare. Ho accennato in altra nota1 come in Italia la musica abbia in una certa misura sostituito, nella cultura popolare, quella espressione artistica che in altri paesi è data dal romanzo popolare e come i genii musicali abbiano avuto quella popolarità che invece è mancata ai letterati. È da ricercare: i°) se la fioritura delPope- ra in musica coincide in tutte le sue fasi di sviluppo (cioè non come espressione individuale di singoli artisti geniali, ma come fatto, manifestazione storico-culturale) con la fioritura delPepica popolare rappresentata dal romanzo. Mi pare di si: il romanzo e il melodramma hanno Porigine nel settecento e fioriscono nel primo 50° del secolo xix, cioè essi coincidono con la manifestazione e l’espansione delle forze democratiche popolari-nazionali in tutta l’Europa. 20) Se coincidono l’espansione europea del romanzo popolare anglo-francese e quella del melodramma italiano. Perché la «democrazia» artistica italiana ha avuto una espressione musicale e non «letteraria»? Che il linguaggio non sia stato nazionale, ma cosmopolita, come è la musica, può connettersi alla deficienza di carattere popolare-nazio- nale degli intellettuali italiani? Nello stesso momento in cui in ogni paese avviene una stretta nazionalizzazione degli in- tellet|tuali indigeni, e questo fenomeno si verifica anche in Italia, sebbene in misura meno larga (anche il settecento italiano, specialmente nella seconda metà, è più «naziona¬