Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/463

Da Wikisource.

1138 QUADERNO 9 (xiv) spondesse perfettamente all’analisi che dello sviluppo del sistema di fabbrica è fatta nel primo volume della Critica dell'Economia Politica. Che una sempre più perfetta divisione del lavoro riduca oggettivamente la posizione del lavoratore nella fabbrica a movimenti di dettaglio sempre più «analitici», in modo che al singolo sfugge la complessità dell’opera comune, e nella sua coscienza stessa il proprio contributo si deprezzi fino a sembrare sostituibile facilmente in ogni istante; che nello stesso tempo il lavoro concertato e bene ordinato dia una maggiore produttività « sociale» e che l’insieme della maestranza della fabbrica debba concepirsi come un « lavoratore collettivo »2 sono i presupposti del movimento di fabbrica che tende a fare diventare «soggettivo» ciò che è dato «oggettivamente». Cosa poi vuol dire in questo caso oggettivo? Per il lavoratore singolo « oggettivo» è l’incontrarsi delle esigenze dello sviluppo tecnico con gli interessi della classe dominante. Ma questo incontro, questa unità fra sviluppo tecnico e gli interessi della classe dominante è solo una fase storica dello sviluppo industriale, deve essere concepito come transitorio. Il nesso può sciogliersi; l’esigenza tecnica può essere pensata concretamente separata dagli interessi della classe dominante, non solo ma unita con gli interessi della classe ancora subalterna. Che una tale «scissione» e nuova sintesi sia storicamente matura è dimostrato perentoriamente dal fatto stesso che un tale processo è compreso dalla classe subalterna, che appunto per ciò non è più subalterna, ossia mostra di tendere a uscire dalla sua condizione subordinata. Il «lavoratore collettivo» comprende di essere tale e non solo in ogni singola fabbrica ma in sfere più ampie della divisione del lavoro nazionale e internazionale e questa coscienza acquistata dà una manifestazione esterna, politica, appunto negli organismi che rappresentano la fabbrica come produttrice di oggetti reali e non di profitto. % % 4 « 4 § (68). Machiavelli. Centralismo organico e centralismo democratico. Sono da studiare i reali rapporti economici e politici che trovano la loro forma organizzativa, la loro articolazione e la loro funzionalità | nelle manifestazioni di centralismo organico e di centralismo