Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/490

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1932: NOTE SUL RISORGIMENTO ITALIANO 1165 saria per il sorgere e lo svilupparsi dell’elemento positivo liberalenazionale, allora acquistano un certo significato, non trascurabile, movimenti come quello «giansenistico», che altrimenti apparirebbero come mere curiosità da eruditi. Si tratterebbe insomma di uno studio dei « corpi catalitici » nel campo storico-politico italiano, elementi catalitici che non lasciano traccia di sé, ma hanno avuto una insostituibile funzione strumentale nel creare il nuovo organismo storico). Cfr Quaderno 19 (x), pp. 15-19. ^9^102)^ Il 1849 a Firenze, Nella «Rassegna Nazionale» Aldo Eìffnano ha^pubblicato una lettera di R. Bonghi e una di Cirillo Mon- zania scritte a Silvio Spaventa nel 1849 da Firenze durante il periodo della dittatura Guerrazzi-Montanelli (cfr «Marzocco» del 21 febbraio *, e quindi si tratterà della « Rassegna Nazionale » del febbraio 1932)2, che sono interessanti per giudicare quale fosse l’atteggiamento dei moderati verso il periodo democratico della rivoluzione italiana 1848-49 e anche per trarne qualche elemento obbiettivo di fatto. Colpisce appunto come questi due moderati si mostrino estranei agli avvenimenti, spettatori incuriositi e malevoli e non attori interessati. Ecco un brano del Bonghi, scritto quindici giorni dopo la fuga del Granduca: «La | fazione repuhbli«ma_intende a rizzare dovunque quell’albero ccfll cosi si seppe il proclama di De Laupier, e mediante l’opera di alcuni livornesi fatti venire a bella posta. Questo rizza: ctro jimun conti asm lidie dttà principali o più popolose; ma ne ha molto nelle più piccole e moltissimo nelle campagne. 1er sera si vo- Jpyp ri™»*» furuM PAr±a-Pnmana| fnron grida di evviva: pOl COfìttasfo di chi voleva e di chi nonvpleva; ^oi colpi di coltello e lie un mamlr una baldoria che si facesse per il ritorno del granduca, o che fossero già istigati e preparati alla reazione, o comechessia, cominciarono an- ch’essi a fare gli evviva a Leopoldo II, a tirar fucilate, a cavar bandiere, ad agitar fazzoletti, a sparar mortaletti e cose simili ». Più sintomatico è lo scritto del Monzania, che meglio dà uno scampolo di quella che doveva essere la propaganda disfattista dei moderati: «La cecità e, quel che è peggio, la mala fede, l’astuzia, il raggiro, mi paiono giunti al colmo. Si paria molto di ma pochi hanno in cuore la patria, e saprebbero fare estremi sacrifizi, ed espor-' vamento di essa. QlU^li santissimi nomi sono purtrop- anati, ed 1 più se ne servono come pala ad ottenere o potenza o nccngì.jjt. Tuisi iiriiïgaïiherô, ma 1 aspettarsi salvezza da costoromi ’parrebbe"ll medesimo che aspettarla dal turco. Io non sono avvezzo ad illudermi, né a correr dietro ai fantasmi, ché troppo gli italiani si sono lasciati prendere al laccio delle chimere e dalle utopie di certi apostoli, i quali ormai sono troppo dannosi alla nostra disgraziata pa- 77 ‘Nelms: «Montazio». 1