Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/541

Da Wikisource.

1216 QUADERNO IO (XXXIII) liana che ha avuto scrittori come il Galileo. Altro elemento è quello etico e cioè risiede nella fermezza dfcarattere di cuT il Croce ha dato prova in parecchi momenti della vita nazionale ed europea, come l'atteggiamento mantenuto durante la guerra e in seguito, atteggiamento che si può chiamare goethiano; mentre tanti intellettuali perdevano la testa, e non sapevano orientarsi nel caos generale, rinnegavano il proprio passato, ondeggiavano lamentosamente nel dubbio di chi fosse per essere il più forte, il Croce è rimasto imperturbabile nella sua serenità e nell’affermazione della sua fede che «metafìsicamente il male non può prevalere e che la storia è razionalità». Ma occorre dire che l’elemento più importante della popolarità del Croce è intrinseco al suo stesso pensiero e al metodo del suo pensare ed è da ricer^~ care nella maggiore adesione alla vita della filosofia del Croce che di qualsiasi altra filosofia speculativa. Da questo punto di vista è interessante lo scritto di Crocelntitolato « Il filosofo» (ristampato in Eternità e storicità della filosofia, Rieti, 1930; e tutti gli scritti raccolti in questo volumetto) in cui, in forma brillante, sono fissate le principali caratteristiche che distinguono l'attività del Croce da quella dei «filosofi » tradizionali2. Dissoluzione del concetto di «sistema» chiuso e definito e quindi pedantesco e astruso in filo- sofia: affermazione che la filosofia deve risolvere i problemi che il processo storico nel suo svolgimento presenta volta a volta. La sistematicita e ricercata non in una esterna struttura architettonica ma nell'intima coerenza e feconda com- prensività di ogni soluzione particolare. Il pensiero filosofi- co non è concepito quindi come uno svolgimento — da pensiero altro pensiero - ma pensiero dalla realtà storica. Que- a sta imlpostazione spiega la popolarità del Croce nei paesi anglosassoni, superiore a quella dei paesi germanici; gli anglosassoni hanno sempre preferito le concezioni del mondo* che non si presentavano come grandi e farraginosi sistemi ma come espressione del senso comune, integrato dalla critica e dalla riflessione, come soluzione di problemi morali e pratici. J1 Croce ha scritto centinaia e centinaia di brevi saggi (recensioni, postille) nei quali il suo pensiero idealistico circola intimamente, senza pedanterie scolastiche; ogni so-