Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/571

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1246 QUADERNO IO (XXXIII) osta queste condizioni » si avranno queste conseguenze in economia, non rendeva «deterministica» l’economia stessa, né la sua concezione era «naturalistica». Osservava che l’attività solidale e coordinata di nn_gm ri secondo certi principii accolti per convinzione (liberamente) in vista di certi fini, si ha uno sviluppo che si può chia- mare automatico e si può assumere come sviluppo di certe 1 riconosci n ogni momento c’è una scelta libera, che avviene secondo certe linee direttrici identiche per una gran massa di individui o volontà singole, in quanto queste sono diventate omogenee in un determinato clima etico-politico. Né è da dire che tutti operano in modo uguale: gli arbitri individuali sono anzi molteplici, ma la parte omogenea predomina e «detta legge». Che se 1*arbitrio si ge.nexali^za^non è più arbitrio ma spostamento della base deir«automatismo», nu0V3~~Fa- zionalità. Automatismo è niente altro che razionalità, ma nella parola «automatismo» è il tentativo di dare un concetto spoglio di ogni alone speculativo: è possibile che la parola razionalità finisca coll’attribuirsi all’automatismo nelle operazioni umane, mentre quella «automatismo» tor- nerà a indicare il movimento delle macchine, chediventano matismo è solo una metafora verbale, come lo è detto delle operazioni umane . Introduzione allo studio di ìoso xa speculativa e immanenzcTstorirÀstica o realistica. Si aferma che laìlosohadella praxis è nata sul terreno del massimo sviluppo della cultura della prima metà del secolo xix, cultura rappresentata dalla filosofia classica tedesca, dall’economia classica inglese, e dalla letteratura e pratica politica francese. All’origine della filosofia della praxis sono questi tre momenti Che ognuno di questi movimenti ha contribuito a elaborare rispettivamente la filosofia, l’economia, la politica della filosofia della praxis? Oppure che la filosofia della praxis ha elaborato sinteticamente i