1338 |
|
quaderno 10 (xxxiii) |
tà: che l'uomo possa fare una cosa o non possa farla, ha la
sua importanza per valutare ciò che realmente si fa. Possibilità vuol dire «libertà». La misura delle libertà entra nel
concetto d’uomo. Che ci siano le possibilità obbiettive di
non morire di fame, e che si muoia di fame ha la sua importanza, a quanto pare. Ma l’esistenza delle condizioni obbiettive, o possibilità o libertà non è ancora sufficiente: occorre
«conoscerle» e sapersene servire. Volersene servire. L’uomo, in questo senso, è volontà concreta, cioè applicazione
effettuale dell’astratto volere o impulso vitale ai mezzi concreti che tale volontà realizzano. Si crea la propria personalità: 1) dando un indirizzo determinato e concreto («razionale») al proprio impulso vitale o volontà; 2) identificando i mezzi che rendono tale volontà concreta e determinata e
non arbitraria; 3 ) contribuendo a modificare l’insieme delle
condizioni concrete che realizzano questa volontà nella misura dei propri limiti di potenza e nella forma pi???ú fruttuosa.
L’uomo è da concepire come un blocco storico di elementi
puramente individuali e soggettivi e di elementi di massa e
oggettivi o materiali coi quali l’individuo è in rapporto attivo. Trasformare il mondo esterno, i rapporti generali, significa potenziare se stesso, sviluppare se stesso. Che il « miglioramento » etico sia puramente individuale è illusione ed
errore: la sintesi degli elementi costitutivi dell’individualità
è «individuale», ma essa non si realizza e sviluppa senza
un’attività verso l’esterno, modificatrice dei rapporti esterni, da quelli verso la natura a quelli verso gli altri uomini
in vari gradi, nelle diverse cerchie sociali in cui si vive, fino
al rapporto massimo, che abbraccia tutto il genere umano.
Perciò si può dire che l’uomo è essenzialmente «politico»,
poiché l’attività per trasformare e dirigere coscientemente
gli altri uomini realizza la sua «umanità», la sua «natura
umana».
»
»
»
§ <49> Punti per un saggiò sul Croce. Dall' <<Italia Letteraria» del 20 marzo 1932 riporto alcuni brani dell’articolo di Roberto Forges Davanzati sulla Storia d’Europa del
Croce, pubblicato nella «Tribuna» del 10 marzo (La storia