Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/674

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i932-i935: la filosofia di b. croce ii » 1349 bili di speculazione, da cui sono travolte anche le aziende « sane » per cui si può dire che « aziende sane » non ne esistono più: si può pertanto usare la parola «sana» accompagnandola da un riferimento storico: «nel senso di una volta», cioè quando esistevano certe condizioni generali che permettevano certi fenomeni generali | non solo in senso relativo, ma anche in senso assoluto. (Su molte note di questo paragrafo è da vedere il libro di Sir Artur Sai ter: Ri- costruzione: come finirà la crisi, Milano, Bompiani, 1932, pp. 398, L. 12)2. § ( 56 ). Punti per un saggio su B. Croce. Passione e politica. Che il Croce abbia identificato la politica con la passione 1 può spiegarsi col fatto che egli si è avvicinato seriamente alla politica, interessandosi all’azione politica delle classi subalterne, che «essendo costrette», «sulla difensiva», trovandosi in caso di forza maggiore, cercando di liberarsi da un male presente (sia pure presunto ecc.) o come altrimenti si vuol dire, realmente confondono politica con passione (anche nel senso etimologico). Ma la scienza politica non solo (secondo il Croce) deve spiegare una parte, l’azione di una parte, ma anche l’altra parte, l’azione dell'altra parte. Ciò che si deve spiegare è l’iniziativa politica, sia essa «difensiva», quindi «appassionata», ma anche «offensiva» cioè non diretta ad evitare un male presente (sia pure presunto, poiché anche il male presunto fa soffrire e in quanto fa soffrire è un male reale). Se si esamina bene questo concetto crociano di «passione» escogitato per giustificare teoricamente la politica, si vede che esso a sua volta non può essere giustificato che dal concetto di lotta permanente, per cui r«iniziativa» è sempre «appassionata» perché la lotta è incerta e si attacca continuamente per evitare di essere sconfitto non solo, ma per tenere in soggezione l'avversario che «potrebbe vincere» se non fosse continua- mente persuaso di essere il più debole, cioè continuamente sconfitto. Insomma non può esserci «passione» senza antagonismo ed antagonismo tra gruppi d'uomini, perché nella lotta tra l’uomo e la natura la passione si chiama « scien¬