Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/804

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1932-1933: ( introduzione alla filosofia) 1479 so si verifica [solo] su scale più grandi di [quelle] ( di ) prima, per i grandi fenomeni economici, mentre i fatti particolari sono «impazziti». Da queste considerazioni occorre prendere le mosse per stabilire ciò che significa «regolarità», «legge», «automatismo» nei fatti storici. Non si tratta di «scoprire» una legge metafisica di «determinismo» e neppure di stabilire una legge «generale» di causalità. Si tratta di rilevare come nello svolgimento storico si costituiscano delle forze relativamente «permanenti», che operano con una certa regolarità e automatismo. Anche la legge dei grandi numeri, sebbene sia molto utile come termine di paragone, non può essere assunta come la «legge» dei fatti storici. Per stabilire l’origine storica di questo elemento della filosofia della prassi (elemento che è poi, nientemeno, il suo particolare modo di concepire V«immanenza») occorrerà studiare l'impostazione che delle leggi economiche fu fatta da Davide Ricardo. Si tratta di vedere che il Ricardo non ha avuto importanza nella fondazione della filosofia della.prassi solo per il concetto del « valore » in | economia, ma ha avuto un’importanza « filosofica», ha suggerito un modo di pensare e d’intuire la vita e la storia. Il metodo del «posto che»1, della premessa che dà una certa conseguenza, pare debba essere identificato come uno dei punti di partenza (degli stimoli intellettuali) delle esperienze filosofiche dei fondatori della filosofia della prassi. È da vedere se Davide Ricardo sia mai stato studiato da questo punto di vista. (Cosi è da vedere il concetto filosofico di «caso» e di «legge», il concetto di una «razionalità» o di una «provvidenza » per cui si finisce nel teleologismo trascendentale se non trascendente e il concetto di «caso», come nel materialismo metafisico «che il mondo a caso pone»). Appare che il concetto di «necessità» storica è stretta- mente connesso a quello di «regolarità» e di «razionalità». La « necessità » nel senso « speculativo-astratto » e nel senso «storico-concreto». Esiste necessità quando esiste una premessa efficiente e attiva, la cui consapevolezza negli uomini sia diventata operosa ponendo dei fini concreti alla coscienza collettiva, e costituendo un complesso di convinzio- « 63 bis