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IJ02 QUADERNO II (XVIIl) Con questo «conservatorismo» si spiega il discreto successo del De Man, anche in Italia, almeno in certi ambienti (specialmente nelPambiente crociano-revisionista e in quello cattolico). Del libro principale del De Man, Croce scrisse un annunzio nella «Critica» del 19282I, il De Ruggiero scrisse una recensione nella «Critica» del 192922; la «Civiltà Cattolica» e il «Leonardo» recensioni nel 192923; G. Zibordi vi accennò nel suo libretto su Prampolini24; un annunzio librario molto elogiativo ne fece la Casa Laterza per la traduzione Schiavi25 e lo Schiavi ne parlò come di gran cosa nella sua prefazione26; articoli di adesione pubblicò « I problemi del Lavoro » che riprodusse le tesi finali non riportate nella traduzione Schiavi27. L’«Italia Letteraria» dell’i 1 agosto 1929 ne pubblicò una recensione di Umberto Barbaro. Scrive il Barbaro: «...una critica del marxismo che, se si vale delle precedenti "revisioni” di carattere economico, in massima è fondata su di una questione tattica (sic) relativa alla psicologia delle masse operaie». «Dei molti tentativi di andare "au de là” del marxismo (il traduttore, il noto avvocato Alessandro Schiavi, modifica un po’ il titolo, in " superamento ” in senso crociano e assai giustifica- tamente ( ! ) per altro, poiché il De Man stesso considera la sua come una posizione in antitesi necessaria per una sintesi superiore) questo non è certamente dei più poderosi e tanto meno dei più sistematici; anche perché la critica si basa prevalentemente appunto su quella misteriosa e fuggevole, benché certo affascinante, pseudoscienza che è la psicologia. Nei riguardi del "movimento” questo libro è piuttosto disfattista e talvolta fornisce addirittura argomenti alle tendenze che vuole combattere: al fascismo per un gruppo di osservazioni sugli stati affettivi e sui "complessi” (in 76 senso freudiano) degli operai da cui derivano idee di "gioia del lavoro” e di "artigianato” ed al comuniSmo e fascismo insieme per la scarsa efficacia degli argomenti in difesa della democrazia e del riformismo»28. Recensione di Paolo Milano nell’«Italia che scrive» del settembre 192929. Il Milano distingue nell’opera del De Man due apporti: ( i°) la massa di osservazioni psicologiche sulle fasi di sviluppo, le deviazioni, le reazioni contrad-