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Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/208

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t 1932-1935; (miscellanea) 1711 §(52). Cattolici integrali, gesuiti, modernisti. Nella «Cultura» delTottobre-dicembre 1932 (pp. 846 sgg.) Luigi Salvatorelli scrive di Joseph Turmel recensendo questi due libri: 1 ) Felix Sartiaux, Joseph Turmel, prêtre historien des dogmes, Paris, Rieder, 1931, pp. 295; 2) J. Turmel, Histoire des dogmes, I, Le péché originel. La rédemption, Paris, Rieder, 1931 \ Il libro del Sartiaux è indispensabile per la valutazione del caso Turmel. Secondo il Salvatorelli, il Turmel non sarebbe mai stato un modernista, in quanto non avrebbe mai «concepito l’idea di una trasformazione della chiesa e del domma». E qui si pone il problema, per l’esatta compilazione di questa rubrica, di che cosa debba intendersi per modernista. È evidente che non esiste un modello fisso e sempre facilmente identificabile del «modernista» e del « modernismo », come non esiste per ogni « -ista » e « -ismo ». Si è trattato di un movimento complesso e molteplice, con varie accezioni: 1 ) quella che di se stessi davano i modernisti; 2) quella che dei modernisti davano i loro avversari, che certo non coincidevano. Si può dire'che del modernismo esistevano diverse manifestazioni: 1) quella politico-sociale, che tendeva a riavvicinare la chiesa alle classi popolari, quindi favorevole al socialismo riformista e alla democrazia (questa manifestazione è forse quella che più ha contribuito a suscitare la lotta da parte dei cattolici integrali, legati strettamente alle classi più reazionarie e specialmente alla nobiltà terriera e ai latifondisti in generale, come mostra l’esempio francese òdi’Action Française e l’esempio italiano del così detto «Centro cattolico»2) ossia genericamente alle correnti liberali; 2) quella «scientifico-religiosa», cioè in sostegno di un nuovo atteggiamento verso il « dogma » e la «critica storica» in confronto della tradizione ecclesiastica, quindi tendenza a una riforma intellettuale della Chiesa. Su questo terreno la lotta tra modernisti e cattolici integrali fu meno aspra, anzi, secondo i gesuiti, ci fu spesso alleanza e collusione tra le due forze, cioè le riviste cattoliche integrali pubblicarono scritti dei modernisti (secondo la «Civiltà cattolica», la rivista di | Mons. Benigni pubblicò spesso 26 bis scritti del Buonaiuti contro i gesuiti3 ). Ciò dietro le quinte,