Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/460

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i934_I935: (risorgimento italiano) 1961 un manuale scolastico e del manuale conserva molti caratteri. I fatti (gli eventi) sono semplicemente descritti come pure enunciazioni da catalogo, senza nessi di necessità storica. Lo stile del libro è sciatto, spesso irritante; i giudizi sono tendenziosi, talvolta pare che POmodeo abbia una quistione personale con certi protagonisti della storia (per esempio coi giacobini francesi). Per ciò che si riferisce alla penisola italiana, pare che Pintenzione dell’Omodeo sarebbe dovuta essere quella di mostrare che il Risorgimento è fatto essenzialmente italiano, le cui origini devono trovarsi in Italia e non solo o prevalentemente negli sviluppi europei della Rivoluzione francese e delPinvasione napoleonica. Ma questa intenzione non è attuata in altro modo che nel- Piniziare la narrazione dal 1740 invece che dal 1789 o dal 1796 o dal 18x5. Il periodo delle monarchie illuminate non è in Italia un fatto autoctono e non è «originale» italiano il movimento di pensiero connesso (Giannone e i regalisti). La monarchia illuminata pare possa dirsi la più importante derivazione politica delPetà del mercantilismo, che annunzia i tempi ■ nuovi, la civiltà moderna nazionale; ma in Italia c’è stata un’età del mercantilismo come fenomeno nazionale? Il mercantilismo avrebbe, se organicamente sviluppato, rese ancora più profonde e forse definitive, le divisioni in Stati regionali; lo stato informe e disorganico in cui le diverse parti d’Italia vennero a trovarsi dal punto di vista economico, la non formazione di forti interessi costituiti intorno a un forte sistema mercantilistico-statale, permisero o resero più facile l’unificazione delPetà del Risorgimento. Pare poi che nella conversione del suo lavoro da manuale scolastico a libro di cultura generale col titolo di Età del Risorgimento, POmodeo avrebbe dovuto mutarne tutta l’economia (la struttura), riducendo la parte europea e dilatando la parte italiana. Dal punto di vista europeo, l’età è quella della Rivoluzione francese e non del Risorgimento italiano, del liberalismo come concezione generale della vita e come nuova forma di civiltà statale e di cultura, e non solo dell’aspetto «nazionale» del liberalismo. È certo possibile parlare di un’età del Risorgimento, ma allora occorre re-