Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/480

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i934“I935: (risorgimento italiano) 1981 storia universale, dal sistema dei rapporti internazionali cui invece è necessariamente saldato). Il problema di ricercare le origini storiche di un evento concreto e circostanziato, la formazione dello Stato moderno italiano nel secolo xix, viene trasformato in quello di vedere questo Stato, come Unità o come Nazione o genericamente come Italia, in tutta la storia precedente cosi come il pollo deve esistere nell'uovo fecondato. Per la trattazione di questo argomento sono da vedere le osservazioni critiche di Antonio Labriola negli Scritti vari (pp. 487-90, pp. 317-442 passim, e nel primo dei suoi Saggia pp. 50-52)17. Su questo punto è anche da vedere il Croce nella Storia della Storiogra\fia, II, pp. 227-28 della ia edi- 35 zione e in tutta questa opera lo studio dell'origine «sentimentale e pratica» e la «critica impossibilità» di una «storia generale d'Italia»18. Altre osservazioni connesse a queste sono quelle di Antonio Labriola a proposito di una storia generale del Cristianesimo, che al Labriola sembrava inconsistente come tutte le costruzioni storiche che assumono a soggetto «enti» inesistenti (cfr III Saggio, p. 113)19. Una reazione concreta nel senso indicato dal Labriola si può studiare negli scritti storici (e anche politici) del Salve- mini, il quale non vuol sapere di «guelfi» e «ghibellini», uno partito della nobiltà e dell'Impero e l'altro del popolo e del Papato, perché egli dice di conoscerli solo come « partiti locali», combattenti per ragioni affatto locali, che non coincidevano con quelle del Papato e dell'Impero. Nella prefazione al suo volume sulla Rivoluzione francese si può vedere teorizzato questo atteggiamento del Salvemini con tutte le esagerazioni antistoriche che porta con sé (il volume sulla Rivoluzione francese è criticabile anche da altri punti di vista: che la Rivoluzione possa dirsi compiuta con la battaglia di Valmy è affermazione non sostenibile): «L'innumerevole varietà degli eventi rivoluzionari» si suole attribuire in blocco a un ente «Rivoluzione», invece di «assegnare ciascun fatto all'individuo o ai gruppi di individui reali, che ne furono autori »20. Ma se la storia si riducesse solo a questa ricerca, sarebbe ben misera cosa e diventerebbe, tra l’altro, incomprensibile. Sarà da vedere come il Salvemi- 16**