Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/530

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I934"I935' (risorgimento italiano) 2031 tuti» di Federico Confalonieri: il Bonfadini, nel libro su citato, afferma in una nota di aver visto la raccolta | dei «costituti» nelPArchivio di Stato di Milano e accenna a circa 80 fascicoli36. Altri hanno sempre negato che la raccolta dei costituti esistesse in Italia e così ne spiegavano la non pubblicazione; in un articolo del senatore Salata, incaricato di far ricerche negli archivi di Vienna sui documenti riguardanti l’Italia, articolo pubblicato nel 1925 ( ? ), si diceva che i costituti erano stati rintracciati e sarebbero stati pubblicati ì?. Ricordare il fatto che in un certo periodo la «Civiltà Cattolica» sfidò i liberali a pubblicarli, affermando che essi, conosciuti, avrebbero, nientemeno, fatto saltare in aria l’unità dello Stato38. Nella quistione Confalonieri il fatto più notevole consiste in ciò, che a differenza di altri patriotti graziati dall’Austria, il Confalonieri, che pure era un rimarchevole uomo politico, si ritirò dalla vita attiva e mantenne dopo la sua liberazione, un contegno molto riservato. Tutta la quistione Confalonieri è da riesaminare criticamente, insieme con l’atteggiamento tenuto da lui e dai suoi compagni, con un esame approfondito delle memorie scritte dai singoli, quando le scrissero: per le polemiche che suscitò sono interessanti le memorie del francese Alessandro Andrya- ne che tributa molto rispetto e ammirazione per il Confalonieri, mentre attacca G. Pallavicino per la sua debolezza39. A proposito delle difese fatte anche recentemente dell’atteggiamento tenuto dall’aristocrazia lombarda verso l’Austria, specialmente dopo il tentativo insurrezionale di Milano del febbraio 1853 e durante il viceregno di Massimiliano, è da ricordare che Alessandro Luzio, la cui opera storica è sempre tendenziosa e acrimoniosa contro i democratici, giunge fino a legittimare i fedeli servizi resi all’Austria dal Salvotti: altro che spirito giacobino!40. La nota comica in argomento è data da Alfredo Panzini, che, nella Vita di Cavour fa tutta una variazione altrettanto leziosa quanto stomachevole e gesuitica su una «pelle di tigre» esposta da una finestra aristocratica durante una visita a Milano di Francesco Giuseppe!41. Da tutti questi punti di vista devono essere considerai te