Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/643

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2144 QUADERNO 22 (v) tellettuali, dopo 25 anni di servizio statale, non si dedicano più a nessuna attività produttiva, ma vivacchiano con le pensioni più o meno grandi, mentre un operaio può godere una assicurazione solo dopo i 65 anni e per il contadino non esiste limite di età al lavoro (perciò un italiano medio si maraviglia se sente dire che un americano multimilionario continua ad essere attivo fino all’ultimo giorno della sua vita cosciente). Se in una famiglia un prete diventa canonico, subito il «lavoro manuale» diventa «una vergogna» per l’intero parentado; ci si può dedicare al commercio, tut- t’al più. La composizione della popolazione italiana era già stata resa «malsana» dall’emigrazione a lungo termine e dalla scarsa occupazione delle donne nei lavori produttivi di nuovi beni; il rapporto tra popolazione «potenzialmente» attiva e quella passiva era uno dei più sfavorevoli dell’Europa 15 (cfr | le ricerche in proposito del prof. Mortara, per esempio nelle Prospettive economiche del 1922)6. Esso è ancora più sfavorevole se si tiene conto: 1) delle malattie endemiche (malaria ecc.) che diminuiscono la media individuale del potenziale di forza di lavoro; 2) dello stato cronico di denutrizione di molti strati inferiori contadineschi (come risulta dalle ricerche del prof. Mario Camis pubblicate nella «Riforma Sociale» del 19267, le cui medie nazionali dovrebbero essere scomposte per medie di classe: se la media naziona- le raggiunge appena lo standard fissato dalla scienza come indispensabile, è ovvio concludere alla denutrizione cronica di uno strato non indifferente della popolazione. Nella discussione al Senato del bilancio preventivo per l’anno 1929-30, l’on. Mussolini affermò che in alcune regioni, per intere stagioni, si vive di sole erbe: cfr gli Atti parlamentari della sessione, e il discorso del senatore Ugo Ancona, le cui velleità reazionarie furono prontamente rimbeccate dal Capo del Governo)8; 3) della disoccupazione endemica esistente in alcune regioni agricole, e che non può risultare dalle inchieste ufficiali; 4) della massa di popolazione assolutamente parassitaria che è notevolissima e che per i suoi servizi domanda il lavoro di altra ingente massa parassitaria indirettamente, e di quella «semiparassitaria»