Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/705

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2206 QUADERNO 23 (vi) § (17). Filippo Crispolti. In un articolo pubblicato nel «Momento» del giugno 1928 (prima quindicina, pare, perché riportato in estratto dalla «Fiera Letteraria» dopo questo periodo)1 Filippo Crispolti ha raccontato come qualmente, quando nel 1906 si pensò in Isvezia di dare il premio Nobel a Giosuè Carducci, nacque il dubbio che un simile attestato di ammirazione al cantore di Satana potesse suscitare scandalo tra i cattolici: furono chieste pertanto informazioni al Crispolti che le dette per lettera e in un colloquio col ministro svedese a Roma, De Bildt. Le informazioni del Crispolti furono favorevoli. Cosi, il premio Nobel al Carducci sarebbe stato dato da nessun altro che da Filippo Crispolti. Cfr Quaderno z (xvi), p. .59 bis. 4 § {18 ). «Arte Cattolica». Edoardo Fenu, in un articolo Domande su un'arte cattolica pubblicato nell*« Avvenire d’Italia» e riassunto nella «Fiera Letteraria» del 15 gennaio 1928, rimprovera a «quasi tutti gli scrittori cattolici» il tono apologetico. « Ora la difesa ( ! ) della fede deve scaturire dai fatti, dal processo critico (!) e naturale del racconto, deve cioè essere, manzonianamente, il “sugo” dell’arte stessa. È evidente ( ! ) che uno scrittore cattolico per davvero ( ! ), non andrà mai a battere la fronte contro le pareti opache (!) dell’eresia, morale o religiosa. Un cattolico, per il solo fatto (F) di essere tale, è già investito (! dal di fuori?) di quello spirito semplice e profondo che, trasfondendosi nelle pagine di un racconto o di una poesia, farà della sua ( ! ) un'arte schietta, serena, nient’affatto pedante. È dunque ( ! ) perfettamente inutile intrattenersi a ogni svolto di pagina a farci capire che lo scrittore ha una strada da farci percorrere, ha una luce per illuminarci. L’arte cattolica dovrà (!) mettersi in grado di essere essa medesima quella strada e quella luce, senza smarrirsi nella fungaia (solo le lumache si possono smarrire | nelle fungaie) degli inutili predicozzi e degli oziosi avvertimenti». (In letteratura) «...se ne togli pochi nomi, Papini, Giuliotti, e in certo senso anche Mana¬