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2226 QUADERNO 23 (vi) zionari italiani per Napoleone non era una bazzecola: occorreva far dimenticare la caduta della Repubblica Romana e cercare di distruggere l’opinione diffusa che Napoleone fosse il maggior nemico dell’unità d’Italia. Il Panzini poi dimentica (per «chiarezza») che c’era stata la guerra di Crimea e l’orientamento generale di Napoleone pro-italiano (che però, essendo conservatore, non doveva essere gradito ai rivoluzionari); tanto che l’attentato sembrò spezzare la trama già ordita. Tutta l’ipotesi del Panzini si basa sull’aver visto il famoso pugnale che passava | il cuore e sull’ipotesi che fosse un oggetto carbonaro: un romanzo alla Ponson e niente altro. Cfr Quaderno 3 (xx), pp. 9 bis -10 e 18 bis - 21 bis. , • § (33)* Riccardo Bacchelli. Il diavolo al Pontelungo (ed. Ceschina, Milano)1. Questo romanzo del Bacchelli è stato tradotto in inglese da Orlo Williams e la «Fiera Letteraria» del 27 gennaio 1929 riporta l’introduzione del Williams alla sua traduzione \ Il Williams nota che il Diavolo al Pontelungo è «uno dei pochi romanzi veri, nel senso che noi diciamo romanzo in Inghilterra», ma non pone in rilievo (sebbene parli dell’altro libro di Bacchelli Lo sa il tonno)3 che il Bacchelli è uno dei pochi scrittori italiani che si possono chiamare «moralisti» nel senso inglese e francese (ricordare che il Bacchelli è stato collaboratore della «Voce» e anzi per qualche tempo ne ha avuto la direzione in assenza di Prezzolini)4; lo chiama invece raisonneur, poeta dotto: raisonneur nel senso che troppo spesso interrompe l’azione del dramma con commenti intorno ai moventi delle azioni umane in generale. (Lo sa il tonno è il libro tipico di Bacchelli «morale» e non pare molto ben riuscito). In una lettera al Williams, riportata nell’introduzione, Bacchelli dà queste informazioni sul Diavolo5: «Nelle linee generali (!) il materiale è storico strettamente ( ! ) tanto nella prima che nella seconda parte. Sono storici ( ! ) i protagonisti, come Bakunin, Cafiero, Costa. Nell’intendere l’epoca, le idee e i fatti, ho cercato d’essere storico in senso stretto: rivoluzionarismo cosmopolita, primordi della vita politica