Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/74

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i932‘I934: noterelle sul machiavelli 1577 § {15 ). Nella nozione di grande potenza è da considerare anche l’elemento «tranquillità interna» cioè il grado e l’intensità della funzione egemonica del gruppo sociale dirigente; (questo elemento è da ricercare nella valutazione della potenza di ogni Stato, ma acquista maggiore importanza nella considerazione delle grandi potenze. Né vale ricordare la storia dell’antica Roma e delle lotte interne che non impedirono l’espansione vittoriosa ecc.; oltre agli altri elementi differenziali, basta considerare questo, che Roma era la sola grande potenza dell’epoca, e che non aveva da temere la concorrenza di rivali potenti, dopo la distruzione di Cartagine). Si potrebbe perciò dire che quanto più forte è l’apparato di polizia, tanto più debole è l’esercito e quanto più debole (cioè relativamente inutile) la polizia, tanto più forte è l’esercito (di fronte alla prospettiva di una lotta internazionale). « Cfr Quaderno 8 (xxvm), pp. 25 bis - 26. 11 «troppo» (e quindi superficiale e meccanico) realismo politico porta spesso ad affermare che l’uomo di Stato deve operare solo nell’ambito della «realtà effettuale», non interessarsi del «dover essere»7ma solo delT«essfP ~ré ». Ciò significherebbe cKeTuomo di Stato non deve ave- re prospettive oltre la lunghezza del proprio naso. Questo errore ha condotto Paolo Treves a trovare nel Guicciardini e non nel Machiavelli il «vero politico»1. Bisogna distinguere oltre che tra «diplomatico» e «politico», anche tra scienziato della politica e politico in atto. Il diplomatico non può non muoversi solo nella realtà effettuale, perché la sua attività specifica non è quella di creare nuovi equilibri, ma di conservare entro certi quadri giuridici un equilibrio esistente. Cosi anche lo scienziato deve muoversi solo nella realtà effettuale in quanto mero scienziato. Ma il Machiavelli non è un mero scienziato; egli è un uomo di parteTdi passioni poderose, un politicolnattò, che vuol c£ear€umoyi_ rapporti di forze e perciò non può non occuparsi del «dover essere», certo non inteso in senso moralistico. La quistione non è quindi da porre in questi termini, è più comples