Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/791

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O 25 (xxill) 1 documento di questo lavoro «subdolo» di scalzare dall’interno la Controriforma, la quale, del resto, come tutte le restaurazioni, non fu un blocco omogeneo, ma una combinazione sostanziale, se non formale, tra il vecchio e il nuovo). Le Utopie sono dovute a singoli intellettuali, che formalmente si riattaccano al razionalismo socratico della Repubblica di Platone e che sostanzialmente riflettono, molto deformate, le condizioni di instabilità e di ribellione latente delle grandi masse popolari dell’epoca; sono, in fondo, manifesti politici di intellettuali, che vogliono raggiungere l’ottimo Stato. Bisogna tener conto inoltre delle scoperte scientifiche del tempo e del razionalismo scientifista che ebbe le sue prime manifestazioni proprio nel periodo della Controriforma. Anche il Principe del Machiavelli fu a suo modo un’Utopia (cfr in proposito alcune note in altro quaderno)3. Si può dire che proprio l’Umanesimo, cioè un certo individualismo, fu il terreno propizio al nascere delle Utopie e delle costruzioni politico-filosofiche: la Chiesa, con la Controriforma, si staccò definitivamente dalle masse degli «umili» per servire i «potenti»; singoli intellettuali tentarono di trovare, attraverso le Utopie, una soluzione di una serie dei problemi vitali degli umili, cioè cercarono un nesso tra intellettuali e popolo: essi sono da ritenere pertanto i primi precursori storici dei Giacobini e della Rivoluzione francese, cioè dell’evento che pose fine alla Controriforma e diffuse l’eresia liberale, ben più efficace contro la Chiesa di quella protestantica. 3) Articolo di Ezio Chiòrboli nella «Nuova Antologia» del i° maggio 1928 su Anton Francesco Doni: profilo interessante su questo pubblicista, popolarissimo al suo tempo, nel Cinquecento, spiritoso, caustico, di spiriti moderni. Il Doni si occupò di infiniti problemi di ogni genere, precorrendo molte innovazioni scientifiche. Di tendenze che oggi si direbbero materialistiche (volgari); accenna all’importanza dell’angolo facciale e ai segni specifici della delinquenza due secoli prima del Camper (Pietro, olandese, 1722-1789) e due secoli e mezzo prima del Lava ter (Gian Gaspare, svizzero, nato a Zurigo, 1741-1801) e del Gali (Francesco Giuseppe, tedesco, 1758-1828) parlò delle funzioni dell’intel-