Pagina:Gravina, Gianvincenzo – Scritti critici e teorici, 1973 – BEIC 1839108.djvu/59

Da Wikisource.

discorso sopra l’endimione 57

ne’ di cui maravigliosi poemi si ravvisano tutte le condizioni, tutti i gradi e tutti i costumi degli uomini figurati al vero essempio della natura. Occupano il sito del’Iliade (per contenermi solo in essa) non solamente gli eroi ed i buoni, come Agamennone, Ulisse, Achille, Idomeneo, i due Aiaci, Diomede, Menelao, Nestore, Ettore Patroclo, Calcante; ma anche i mediocri, i bassi e i viziosi, come Taltibio, Dolone, Ideo e Tersite, de’ quali ciascheduno palesa l’immagine ed il costume della propria condizione. Negli animi poi di quegli eroi ben si vede scolpito il vero carattere della debole umanità, scoprendo essi nel buono qualche vena di vizioso. La gran maturità di consiglio che è in Agamennone e la somma prudenza di lui trae con sé quel vizio che spesso a tal virtù, come ruggine a ferro, si attacca, ed è il covare l’util proprio sotto l’apparenza di giovare altrui. L’ingegno perspicace d’Ulisse, l’acutezza, la sagacità e la prontezza degli espedienti, si volgono spesso alla fraude, alla quale non così di rado queste doti si veggono inclinare. Bolle nell’indole d’Achille spirito di gloria, magnanimità singolare, prontezza d’opere e di parole, traluce in tutti i fatti e detti suoi la semplicità e il candore dell’animo, ma spesso cangiando la magnanimità in superbia egli si lascia rapidamente portar dall’ira, secondo il costume de’ più semplici, che tutta la tramandan fuori, quando che gli astuti, tenendola a freno, la rinserrano e volgendola in odio la riserbano al tempo della vendetta. Nestore poi ci si rappresenta saggio, facile, umano e dotato di tutte le virtù che porge l’esperienza e l’età domata sotto i vari ed incostanti moti della fortuna, quale è la senile, nella quale debilitandosi la vibrazion degli spiriti, gli affetti si smorzano, cadono a terra i desideri più fervidi, e quietandosi l’agitazione e la tempesta l’animo si posa nel mediocre, cioè nel sito della virtù.

Simile idea e felicità d’ingegno con profonda maturità di giudizio accoppiato risorse nell’Ariosto, il cui Furioso discopre a maraviglia nel finto la chiara e viva immagine del vero, e con felice emulazione rassomiglia e si appressa ad alcune delle virtù più rare e artifici più ascosi dell’Iliade, la quale non senza ragione fu dagli antichi saggi reputata ugualmente gravida de’ semi di tutte le scienze ed arti, e sopra tutto delle cognizioni fisiche, che