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discorso sopra l’endimione 69

fuori del chiuso luoco il sentimento interno di ciascheduno. Quindi disse egli: «Vino tortus et ira»1. Perciò tutti quei che voglion coprir l’animo loro dagli sguardi altrui, fuggono di lasciarsi cogliere all’improviso, non essendo chi possa in tal punto star saldo alle mosse. Or l’affetto, dal quale è Diana di repente assalita, è la commiserazione e la pietà che muove il caso infelice d’Endimione, e questa passione è ministra d’amore sì efficace che può con la tenerezza sua vincere ogni asprezza di cuore, ed è lo stromento più possente a rompere e disfare il ghiaccio, allorché maggiormente s’indura. E perché la simulazione non si atterra che da una simulazion contraria che la riversi, perciò Amore, per accendere spiriti di compassione, si adorna e compone una ingegnosa menzogna, la quale è chiave di ogni più cupa simulazione. Ed è proverbio frequentissimo d’alcuni popoli, che con la menzogna si cava fuori la verità.

Con questo tratto si conseguisce un effetto molto profittevole alla condotta delle cose seguenti, perché traendosi Diana dai moti improvisi a quel punto, ove non sarebbe sì di leggieri trascorsa se avesse avuto spazio da pensare, ed inducendosi per forza del dolore a professare apertamente la sua voglia, si lascia cadere a terra quel velo, del quale ella non si era in tutto discinta, e perde la speranza di potersi più poprire agli occhi altrui con l’arti femminili. E perciò, rotto quel freno che suol rattener l’occulte voglie, divaga liberamente per entro l’ameno campo del proprio compiacimento. E siccome chi preme altri col giogo del rispetto, dee poner cura ch’una volta non sia scosso, perché come colui si accorge ch’è in suo potere Tesser disciolto, più non si riacquista l’impero perduto, e quegli prende ardire dal fallo, così se una volta si passa oltre quell’argine che reprime l’impeto de’ naturali affetti, la passione, accortasi della debolezza del riparo e privata della speranza di potersi sotto contraria apparenza celare, inonda qual rapido fiume e trae nel suo corso non solo le interne potenze dell’anima, ma anche i moti esteriori del corpo; perciò Diana, lasciatasi trascorrere a quel passo, si piega poi sveltamente all’amor d’Endimione. E perché la sublimità del suo grado vince la norma

delle comuni leggi, perciò non indugia ad aspettare lunghe pre-

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