Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/101

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ti sian queste parole. Ancor ch’i’ sappia

che ’1 morir degli amanti è piú tosto uso
d’innamorata lingua che desio
d’animo in ciò deliberato e fermo,
pur se talento mai
e si strano e si folle a te venisse,
sappi che la tua morte
non men de la mia fama
che de la vita tua morte sarebbe.
Vivi dunque, se m’ami;
vattene, e da qui innanzi avrò per chiaro
segno che tu sii saggio,
se con ogni tuo ingegno
ti guarderai di capitarmi innanti.
Mirtillo. Oh sentenza crudele!
Come viver poss’io
senza la vita? o come
dar fin senza la morte al mio tormento?
Amarilli. Orsú ! Mirtillo, è tempo
che tu ten vada; e troppo lungamente
hai dimorato ancora.
Partiti; e ti consola,
ch’infinitá è la schiera
degli infelici amanti.
Vive ben altri in pianti
si come tu, Mirtillo. Ogni ferita
ha seco il suo dolore,
né se’ tu solo a lagrimar d’amore.
Mirtillo. Misero infra gli amanti
giá solo non son io; ma son ben solo
miserabile esempio
e de’ vivi e de’ morti, non potendo
né viver né morire.
Amarilli. Orsú ! partiti ornai.
Mirtillo. Ah, dolente partita!
ah, fin de la mia vita!