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amante mio creder farò che seco
trovar mi voglia; e nel medesim’antro
dopo Amarilli il manderò, lá dove
farò venir per piú segreta strada
di Diana i ministri a prender lei,
la qual, come colpevole, a morire
sará senz’alcun dubbio condennata.
Spenta la mia rivale, alcun contrasto
non avrò piú per ispugnar Mirtillo,
che per lei m’è crudele. Eccol a punto.
Oh come a tempo! I’vo’tentarlo alquanto,
mentre Amarilli mi dá tempo. Amore,
vien’ ne la lingua mia tutto e nel volto.
SCENA SESTA
Mirtillo, Corisca,
spirti d’Averno, udite
nova sorte di pena e di tormento;
mirate crudo affetto
in sembiante pietoso:
la mia donna, crudel piú de l’inferno,
perch’una sola morte
non può far sazia la sua fiera voglia
(e la mia vita è quasi
una perpetua morte),
mi comanda eh’i’viva,
perché la vita mia
di mille morti il di ricetto sia.
Corisca. (M’infingerò di non l’aver veduto).
Sento una voce querula e dolente
sonar d’intorno, e non so dir di cui.
Oh! se’tu, il mio Mirtillo?