Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/134

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a chi del signor loro

è destinata preda.
Quivi confusa infra la spessa turba
de’ vicini pastori,
ch’eran concorsi a la famosa caccia,
stav’io fuor de le tende
spettatrice amorosa
via piú del cacciator che .de la caccia.
A ciascun moto de la fera alpestre
palpitava il cor mio;
a ciascun atto del mio caro Silvio
correa subitamente
con ogni affetto suo l’anima mia.
Ma il mio sommo diletto
turbava assai la paventosa vista
del terribil cignale
smisurato di forza e di grandezza.
Come rapido turbo
d’impetuosa e subita procella,
che tetti e piante e sassi e ciò ch’incontra
in poco giro, in poco tempo atterra;
cosi, a un solo rotar di quelle zanne
e spumose e sanguigne,
si vedean tutti insieme
cani uccisi, aste rotte, uomini offesi.
Quante volte bramai
di patteggiar con la rabbiosa fèra
per la vita di Silvio il sangue mio !
Quante volte d’accorrervi e di fare
con questo petto al suo bel petto scudo!
Quante volte dicea
fra me stessa: — Perdona,
fiero cignal, perdona
al delicato sen del mio bel Silvio! —
Cosi meco parlava,
sospirando e pregando,