Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/15

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PROLOGO

abito e nome pastorale avesse,
non fu però ciascuno
né di pensier né di costumi rozzo,
però ch’altri fu vago
di spiar tra le stelle e gli elementi
di natura e del ciel gli alti segreti;
altri di seguir Torme
di fuggitiva fèra;
altri con maggior gloria
d’atterrar orso o d’assalir cignale.
Questi rapido al corso,
e quegli al duro cesto
fiero mostrossi ed a la lotta invitto;
chi lanciò dardo e chi feri di strale
il destinato segno;
chi d’altra cosa ebbe vaghezza, come
ciascun suo piacer segue.
La maggior parte amica
fu de le sacre muse, amore e studio
beato un tempo, or infelice e vile.
Ma chi mi fa veder dopo tant’anni
qui trasportata, dove
scende la Dora in Po, Tarcada terra?
Questa la chiostra è pur, questo quel antro
dell’antica Ericina;
e quel, che colá sorge, è pur il tempio
a la gran Cintia sacro. Or qual m’appare
miracolo stupendo?
Che insolito valor, che virtú nova
vegg’io di traspiantar popoli e terre?
O fanciulla reale,
d’etá fanciulla e di saver giá donna,
virtú del vostro aspetto,
valor del vostro sangue,
gran Caterina, or me n’avveggio, è questa
di quel sublime e glorioso sangue