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Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/209

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Carino. Eterni numi, oh come son diversi

quegli alti, inaccessibili sentieri,
onde scendono a noi le vostre grazie,
da que’ fallaci e torti,
onde i nostri pensier salgono al cielo !

SCENA SETTIMA

Corisca, Linco.

Corisca. E cosi, Linco, il dispietato Silvio,

quando men sei pensò, divenne amante.
Ma che segui di lei?
Linco. Noi la portammo
a le case di Silvio, ove la madre
con lagrime l’accolse,
non so se di dolcezza o di dolore;
lieta, si, che ’l suo figlio
giá fosse amante e sposo, ma del caso
de la ninfa dolente. E di due nuore
suocera mal fornita,
l’una morta piangea, l’altra ferita.
Corisca. Pur è morta Amarilli?
Linco. Dovea morir. Cosi portò la fama.
Per questo sol mi mossi inverso ’l tempio
a consolar Montano, che perduta
s’oggi ha una nuora, ecco ne trova un’altra.
Corisca. Dunque Dorinda non è morta?
Linco. Morta?
Fossi si viva tu, fossi si lieta!
Corisca. Non fu dunque mortai la sua ferita?
Linco. A la pietá di Silvio,
se morta fosse stata,
viva saria tornata.
Corisca. E con qual arte
sanò si tosto?