Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/239

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tal misto della tragicommedia; ed io risponderei che ciò fosse il temperamento del diletto tragico e comico, che non lascia traboccar gli ascoltanti nella soverchia né malinconia tragica né dissoluzione comica. Da che risulta un poema di eccellentissima forma e temperatura, non solo molto corrispon- dente all’umana complessione, che tutta solamente consiste nella temperie di quattro umori, ma della semplice e tragedia e commedia molto piú nobile, come quello che non ci reca l’atrocitá de’ casi, il sangue e le morti, che sono viste orribili ed inumane, e non ci fa, dall’altro lato, si dissoluti nel riso, che pecchiamo contro la modestia e ’1 decoro d’uom costu- mato. E veramente, se oggi si sapesse ben fare (perciocché egli è molto malagevole), altra favola non dovrebbe rappresen- tarsi, si come quella che è capace di tutte le buone parti del poema drammatico e tutte le cattive refiuta; a tutte le com- plessioni, a tutte l’etá, a tutti i gusti può dilettare: quello che non avviene delle due, tragedia e commedia, che peccano nel- l’eccesso. Onde nasce che l’una viene oggidí da molti e grandi e saggi uomini abborrita e l’altra poco stimata. Ma egli non mi parrebbe di avere appieno fornito l’ufficio mio, se, dopo Tessersi conosciuto da quelle parti, che sono come forme della tragicommedia, ch’ella per buono e regolato poema si dé’ ricevere, non provassi il medesimo dal suo fine; conciosiacosaché altri per avventura potrebbe volere intendere quale egli fosse questo suo fine, o tragico o comico o misto, come parrebbe che richiedesse il dovere, essendo favola mista. Il che senza molta difficultá non si potrebbe accordare, essendo che ciascun’arte ha un suo fine, dov’ella miri operando; e, se n’ha duo, l’uno risguarda l’altro, per modo che un solo sem- pre convien che sia il principale inteso da lei. Or concedasi che la tragicommedia sia misto ragionevole: che intende ella di fare? che fine ha? vuole ella ridere o piagnere? poiché l’uno e l’altro in un medesimo tempo far non si può. Qual dunque fa ella prima? qual piú? qual meno? qual principale? qual subalterno? A questo obbietto non si può ben rispondere, se prima non si determina qual sia il fine della tragedia e qual