Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/42

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d’un platano frondoso,

e con l’amo tentar ne l’onda i pesci,
ed uscire in quel punto
di mezzo ’l fiume un vecchio ignudo e grave,
tutto stillante il crin, stillante il mento,
e con ambe le mani
benignamente porgermi un bambino
ignudo e lagrimoso,
dicendo: — Ecco ’l tuo figlio;
guarda che non l’ancidi; —
e, questo detto, tuffarsi ne Tonde.
Indi tutto repente
di foschi nembi il ciel turbarsi intorno
e minacciarmi orribile procella,
tal ch’io per la paura
strinsi il bambino al seno,
gridando:—Ah! dunque un’ora
mel dona e mel ritoglie? —
Ed in quel punto parve
che d’ogn’intorno il ciel si serenasse,
e cadesser nel fiume
fulmini inceneriti
ed archi e strali rotti a mille a mille;
indi tremasse il tronco
del platano e n’uscisse,
formato in voce, spirito sottile
che, stridendo, dicesse in sua favella:
— Montano, Arcadia tua sará ancor bella. —
E cosi m’è rimaso
nel cor, negli occhi e ne la mente impressa
Timagine gentil di questo sogno,
eh’i’l’ho sempre dinanzi;
e sopra tutto il volto
di quel cortese veglio,
che mi par di vederlo.
Per questo i’ men venia diritto al tempio,